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Around Pasquasia (Pit)_2016

La miniera di Pasquasia, situata a circa 18 chilometri da Enna, è uno dei siti più pericolosi della Sicilia. Oggetto di studio di commissioni speciali, la miniera fu una delle cave più produttive d’Europa per la produzione di solfato di potassio (utilizzato per i fertilizzanti agricoli) e attiva dal 1959 al luglio del 1992, quando fu improvvisamente chiusa dall’Italkali per motivi ancora non chiari. A parlare per primo dei fatti oscuri sulla vicenda è stato il pentito di mafia Leonardo Messina, caposquadra nella miniera. Nel giugno 1992, Messina raccontò al giudice Paolo Borsellino che le gallerie sotterranee dell’impianto erano utilizzate per «smaltire scorie nucleari». Una Commissione d’inchiesta, avendo visitato la miniera, ha rinvenuto all’interno diverse centinaia di fusti, bidoni, recipienti, serbatoi e di liquidi vari, ma anche rifiuti speciali. Cosicché le prime analisi delle autorità sanitarie locali rilevano nella miniera la presenza di Cesio 137 in livelli superiori alla norma. Gli studi statistici parlano di un aumento del 20 per cento dei casi di leucemia e tumori. All’inizio del 2011, un fatto sorprende tutti: Italkali e Regione Sicilia firmano un accordo per riaprire la miniera al termine della bonifica e riavviare l’attività estrattiva, stavolta per la produzione di magnesio metallico. Gli scatti, prodotti nel 2015, sono stati realizzati in analogico, con l’utilizzo di una pellicola a colori scaduta. Essi non hanno il compito di registrare qualcosa di scientifico, ma di fermare una scena dove il paesaggio non è più, insieme, bello, buono e sano come vorrebbe la terra del mito di Demetra. Questo primo polittico tenta di restituire allo spettatore lo scarto tra l’equilibrio della natura che circonda il sito minerario, e la malefica e opaca azione degli “umani” veleni.

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The Pasquasia mine, located about 18 kilometers from Enna, is one of the most dangerous sites in Sicily. As a matter of study for special commissions, the mine was one of Europe's most productive quarries for the production of potassium sulphate (used for agricultural fertilizers) and was active between 1959 and July 1992, when it was suddenly closed by the Italkali for reasons still unclear. Speaking first of the dark facts about the story was the regret of the mafia Leonardo Messina, chief of staff in the mine. In June 1992, Mr. Messina told Judge Paolo Borsellino that the ground floor tunnels of the plant were used to "dispose of nuclear waste." An inquiry commission, having visited the mine, found hundreds of different drums, bins, containers, tanks and liquids, as well as special waste. So the first analysis by local health authorities finds in the mine the presence of Cesium 137 in levels above the norm. Statistical studies speak of an increase of 20 percent of cases of leukemia and tumors. At the beginning of 2011, a fact surprises everyone: "Italkali" and "Regione Sicilia" sign an agreement to reopen the mine at the end of land reclamation and restart extractive activity, this time for the production of metallic magnesium. Shots, produced in 2015, were made in analogue, using an outdated color film. They do not have the task of recording something scientific, but of stopping a scene where the landscape is no longer, together, beautiful, good and healthy as it would like the land of Demetra's myth. This first polyptych attempts to return to the spectator the gap between the balance of nature surrounding the mining site and the malicious and opaque action of "human" poisons.

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