Transition
Fotografie/installazione site specific
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Il progetto prende inizio dal polittico “Ad un passo da me stesso (Kintsugi and others)”, le immagini successive, una selezione di sei stampe B&W, tentano, insieme alle prime, di indagare lo spazio liminale che potrebbe rintracciarsi tra interno ed esterno.
L’allestimento propone anche un’installazione “site-specific” che tratteggia “l’aria” dei luoghi, dal titolo “Your place as your skin”.
In quest’ultima, l’elemento del muro viene assimilato alla pelle umana, e quindi porterebbe lo spettatore a “vedere” il paesaggio urbano come un sistema biologico che permette l’attività della traspirazione, che è essa stessa, metafora di uno scambio vitale.
Una nota comune, nella maggior parte dei lavori, è la pratica del disegno, ora come segno planare, ora come segno che sviluppa la sua definizione nelle tre dimensioni. Essi tendono a rinvenire nello spazio della scena, gli antri, apparentemente intimi, che conducono l’artista verso una trasformazione in divenire, dove l’occhio di chi guarda potrebbe rintracciarne la loro silenziosa (r)esistenza.
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The project begins with the polyptych "Ad un passo da me stesso (Kintsugi and others)". The other pictures, a set of six b&w prints, as the other ones, try to investigate the liminal space that could be traced between the inside and the outside.
The scenery also offers a site specific installation that outlines the atmosphere of the places, called "Your place as your skin".
In the last artwork, the wall is assimilated to human skin. This could led a viewer to see the urban landscape as a biological system that permit the act of breathing, which is itself of vital exchange.
A common note, present in most artworks, is drawing, as a planar sign as well as a sign that becomes defined in the three dimensions. The artworks want to find the - apparently intimate - cave in the scenery, which lead the artist to a transformation in progress, where the watching eye could trace their silent resistance (and existence).